Canestrello di Torriglia il dolce che fu Moneta

Questa è sicuramente una storia golosa.

La storia del Canestrello di Torriglia o Canestrelletto, a seconda del paese in cui vi troviate nell’Alta Val Trebbia a pochi chilometri da Genova, parte da lontano.


Cosa ci raccontano le cronache

Questa è la storia di un dolce che fu moneta, una lunga storia che narra di tempi in cui in Alta Valle e in tutta la Val Trebbia, lontano dal mare, le farine in generale, sia di segale che di frumento scarseggiavano, e la farina bianca era un lusso per pochi, certo da non sprecare per qualcosa di superfluo come un dolce.

Un giorno però, pare che dei produttori di ostie, che all’epoca erano sicuramente commercianti benestanti, cominciarono a sfornare dei biscotti a forma di margherita prodotti con farina bianca e burro, il massimo dell’abbondanza per l’epoca, questi biscotti furono chiamati Canestrelli.


La vendita di queste “primizie” cominciò sui sagrati delle chiese per finire poi sui mercati ed arrivare a Genova “La Superba” la quale, decise di rappresentarli sul Genovino, la moneta d’oro coniata dai genovesi, di fatto la prima moneta della storia di cui parleremo in un’altra occasione.


Il Canestrello che diventa moneta

Dalle storie raccontate davanti ai camini, si narra di come in Alta Val Trebbia per un periodo non meglio precisato i Canestrelli furono una moneta di scambio, pare utilizzata per diverse compravendite, da qui si dice, l’idea di rappresentare il Canestrello anche sul Genovino coniato dalla Repubblica di Genova. 

Secondo alcuni a conferma di quanto narrato, vi è il fatto che all’inizio dell’Ottocento con Genova entrata nel Regno di Sardegna, gli iscritti alla Confraternita di San Vincenzo di Torriglia, pagavano la tassa di iscrizione di una “Mutta” moneta allora corrente coniata dai Savoia, ricevendo come resto un Canestrello, a parziale conferma di un’abitudine risalente all’anno 1500.



Tornando al valore dei Canestrelli, la loro comparsa su di un documento ufficiale risale al 1576 per un fatto accaduto in Val Trebbia, dove un tizio fu aggredito e derubato di una cesta di Canestrelli, tanto questi fossero considerati di valore.


Oggi invece…

Storie o leggende a parte, una cosa è certa, nel 1829 nel Bar Caffè di Torriglia gestito da una certa “Pollicina” nome d’arte di Maria Avanzino che insieme al marito gestiva il famoso bar, cominciarono ad essere commercializzati diciamo ufficialmente i primi Canestrelli.


Da quel periodo in poi fino ai giorni nostri, il successo del dolce che fu moneta non si fermò più, tanto che ogni anno all’inizio del mese di giugno vi è un Festival del Canestrelletto di Torriglia a celebrarne la bontà.


Oggi sul mercato vi sono i Canestrelli di Torriglia, quelli ufficiali, ma nel tempo la produzione di questi biscotti che ingolosiscono anche per l’abbondanza di burro nell’impasto, è diventata famosa anche a Santo Stefano D’Aveto e all’Acquasanta, paesi entrambi nella provincia di Genova come Torriglia.

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